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Vittima di abuso narcisistico: nella mente di Cristina

da | Ago 11, 2020 | Amore e disturbi di personalità | 0 commenti

Nella mente di Cristina, una ragazza vittima di abuso narcisistico.

In questo articolo parla Cristina, una ragazza che ha preso consapevolezza che non è lei a essere sbagliata, ma tutto ciò che sta vivendo.

Ringrazio molto Cristina per essersi messa in gioco e a disposizione di molte persone che credono di non meritare amore.

Cristina descrive il suo vissuto profondo, le sue sensazioni, in una relazione ‘poco sana’.

Ormai sono arrivata al punto di pensare sul serio di non essere adatta a una relazione. Quando mi sento esausta e svuotata ho la necessità di amarmi di più, di ritrovare la serenità nelle piccole cose: una sana doccia tipo spa, un bel film, una dormita e un libro che rimettano al mondo.

Ho il bisogno di riempire la ME STESSA svuotata.

Si dice che la misura dell’amore si vede da quello che sia dà, ok, ma se io dò costantemente, senza riempire, senza ricevere, è ovvio che prima o poi esaurisco la scorta e DA SOLA devo provvedere a riempirla.

Il mio compagno ormai dice che quando faccio cosi è perché voglio stare da sola, che utilizzo e trovo qualsiasi escamotage per farlo, ma non è vero: non si rende conto che non sparisco, sono sempre qui, ma ne ho bisogno.

Mi dice che sono pesante, anche se mi creda: passiamo serate dove se non sono io chiedere, a ridere, a fare, dall’altra parte non c’è nulla, silenzio.

Dopo il lockdown ( ci sarebbe da aprire una parentesi gigante) ero forte e in me era chiaro tutto.

Poi ho ceduto alle sue parole, alla sua apparente apertura, e ora? Non mi fido, perché c’è una discrepanza assurda tra ciò che dice e ciò che fa o non fa.

Mi sento una fallita, debole e lontana dalla persona della quale andavo fiera.

Lui attribuisce la colpa a me, anziché capire e ascoltarmi, mi dice sempre che ci sono cose più importanti, e ha ragione, ma nel frattempo io mi sto spegnendo, perché mi rendo conto di essere diventata arida, a furia di abituarmi alla non vicinanza, alla sua inesistente empatia nei miei confronti (lui dice che è così solo con me).

Ma ovvio, gli altri non lo conoscono in profondità e non hanno vissuto ciò che abbiamo vissuto noi.

Per lui io sono un copione, ogni volta mi riporta le sue teorie e le sue belle parole, per dire che sono io quella che non vede la realtà, ma io mi sento sola e vuota.

Ma se è cosi perché non rilascia andare? anziché fare leva sulla mia debolezza nei suoi confronti?

Per gli altri io sono una persona solare, forte e sicura. Ma non è cosi: piango spesso e spesso mi dico che forse sbaglio io a cercare empatia, vicinanza, condivisione e sostegno soprattutto nelle più piccole cose.

Lui ha la Sua realtà che è veramente discordante dalla vita reale.

Io desidererei la sua sincerità, ma tutto quello ho è il mio SENTIRE, che viene costantemente messo in discussione, deriso e violentato e alle volte credo abbia ragione ma poi quando mi ricentro sento che cosi non va bene, ma poi rientro nel loop……

Sono stanca e penso di non meritare questa aridità.

La storia è complessa e lunga e spero di aver reso l’idea nonostante la mancanza del racconto della nostra storia, particolare (per come è iniziata).

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