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Vivere nel qui et ora migliora la qualità della vita

da | Ago 22, 2017 | Psicologia del benessere | 0 commenti

Perché è così importante vivere nel qui et ora

Il passato ci appartiene, ma noi non apparteniamo al passato: noi siamo il presente. Costruiamo il futuro, ma non siamo nel futuro.” Questa è una frase  di Mahatma Gandhi che spiega molto semplicemente cosa si intende per qui et ora.

Quante volte ci è capitato di fermarci ed osservare la nostra mente in un continuo susseguirsi di pensieri, che non ci lascia un attimo in pace.

Spesso viaggiamo con la fantasia, andando in posti inarrivabili, avendo nostalgia del passato e pianificando il futuro.

Un soliloquio mentale che ci distrae, ci fa agitare e soprattutto non ci permette di vivere a pieno nel momento più importante della nostra esistenza: il presente (qui et ora).

Diventiamo incapaci di godere di ciò che facciamo e di quello che la vita ci offre.

Il passato è passato, bello o brutto che sia non lo possiamo né cambiare, né tornarci. Il futuro, per quanto possa essere buona idea pianificarlo con equilibrio e senza ansie, ancora non c’è e non lo possiamo controllare. ORA, proprio mentre stai leggendo questo articolo, è l’unico momento in cui possiamo fare davvero qualcosa. Né prima, né dopo.

Viviamo in un mondo frenetico, dove siamo sempre intenti a fare qualcosa e silenzio è ormai diventato sinonimo di noia.

Dedichiamo sempre meno tempo a praticare la calma, lasciando che il presente scivoli via, sprecando preziosi attimi della nostra vita. Quando siamo a lavoro fantastichiamo sul fine settimana o su essere da un’altra parte, quando siamo liberi ci preoccupiamo del lavoro o di qualcosa da fare nei prossimi giorni. C’è sempre qualcosa che non va.

Sento molte persone ripetersi “un giorno, quando succederà questo… starò bene”. Quel giorno non arriva mai, il presente ci scivola, e a noi cosa rimane?

Con questo non voglio togliere l’importanza di analizzare gli eventi passati e programmare il futuro: la mente è uno strumento molto potente e va sfruttato al massimo.

Il punto è che, dopo avere utilizzato le risorse per elaborare e pianificare, bisognerebbe riposarsi, staccare e tornare nel qui et ora. È qui il vero problema: la maggior parte di noi non riesce ad interrompere questo processo ed in questo modo non siamo più noi ad usare la mente, ma è lei che usa noi.

I luoghi della mente, tra depressione e ansia

  1. Passato. L’attenzione è diretta ad eventi passati ricreati dalla mente. Qui si trovano i rimorsi, i pentimenti, la nostalgia e i traumi. È questa la dimensione della depressione.
  2. Futuro. In questo stato si trovano eventi futuri: pensieri negativi (vissuti con panico e preoccupazione) o positivi (associati a speranza e fiducia). Qui il soggetto tende ad anticipare un futuro che non c’è, percepito spesso come minaccioso. La persona che pensa spesso al futuro, solitamente, è una persona ansiosa.
  3. Altrove. L’interesse va in un altro luogo, svolgendo un’altra attività. Se stiamo lavorando, per esempio, possiamo fantasticare di essere su una spiaggia. Oppure siamo al tavolo con un gruppo di amici e chattiamo con altre persone. In questa maniera non siamo da nessuna delle due parti!
  4. Nella mente di un’altra persona. Questo è il caso in cui un individuo comincia a fantasticare su cosa potrebbe pensare un amico/parente/partner. Chi si preoccupa del giudizio degli altri passa molto tempo qui. In realtà, nonostante abbiamo tutti la percezione di conoscere il pensiero degli altri, non possiamo sapere con certezza cosa pensano veramente, quindi in questa maniera stiamo proiettando solamente qualcosa di nostro, sprecando del tempo prezioso.
  5. Siamo talmente abituati a passare la giornata in questi quattro “luoghi” che ci dimentichiamo quello più autentico, il presente. Riuscire a collocarci in questo spazio può costituire una via utile per porre un limite alle varie condizioni di disagio. Vivere nel presente fa bene sia alla psiche che al corpo. È stato appurato che riduce lo stress, rafforza il sistema immunitario e regola la pressione sanguigna, oltre che rendere le persone più efficienti, felici e consapevoli di ciò che sono.

Esercizi per entrare nel qui e ora

  • Ascolta il corpo. In una posizione comoda (va bene sia in piedi che seduto) comincia a portare l’attenzione a tutto il corpo, partendo dai piedi (sono le nostre radici!) e salendo, pian piano. Senti la vita che scorre dentro di te, il cuore che batte. All’inizio avrai bisogno di molta concentrazione, ma dopo un po di tempo questo esercizio lo potrai eseguire da ogni parte, per ritrovarti appena senti che ti stai allontanando da te stesso. In questa pagina troverai un audio-guida al rilassamento da scaricare gratuitamente che ti aiuterà a concentrarti sul tuo corpo.
  • Respira consapevolmente. Il respiro è molto importante, ci tiene in vita. Imparare a respirare consapevolmente e a pieni polmoni permette al corpo di rilassarsi e di entrare nel presente. Spesso quando siamo agitati o pensierosi, il respiro è la prima cosa che si blocca. Per capire meglio come si fa leggi anche “La respirazione diaframmatica”.
  • Ascolta i tuoi sensi. Se stai mangiando, senti il sapore del cibo. Se stai fiutando un odore, concentrati su questo. Mentre stai ascoltando dei suoni, fatti travolgere. Se stai guardando qualcosa, fallo con intensità ed esercitati a notare i particolari. Se stai toccando qualcosa, portaci l’attenzione fino in fondo. Lasciati investire da tutti i sensi!
  • Fai movimento fisico. Corri, cammina, pratica yoga, qualunque cosa va bene. L’importante è attivare il corpo, sarà più facile sentirlo.
  • Focalizzati sul silenzio. Trova 10 minuti al giorno per ascoltare il silenzio. Praticando questo per un po’ di tempo comincerà a portare i suoi frutti. Entra nel vuoto, tramutandolo in “vuoto fertile”. Se vuoi provare un esercizio utile clicca qui.
  • Comincia ad essere consapevole del mondo circostante.

Se il problema aumenta rivolgiti ad uno psicologo o psicoterapeuta. Sono attivi corsi, individuali o di gruppo, per imparare a stare nel qui et ora. Per info su Firenze contattami in privato.

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