Devo o voglio?
Fermatevi un attimo ed analizzate, nell’arco di un’intera giornata, quante volte utilizzate la parola ”devo” e quante la parola “voglio”.
Se avete a disposizione un foglio ed una penna provate a scrivere due o tre frasi per ognuna di queste parole (per esempio: “devo studiare”, “devo andare a fare la spesa”, “voglio andare al cinema”, e cosi via). Adesso prendete la prima frase che avete scritto con il verbo “dovere”, cancellate la parola devo e inserite “Io voglio”. Restate qualche minuto ad ascoltare che effetto vi fa.
Cosa succede
Facendo ormai questo lavoro da diverso tempo mi sono resa conto che sempre più gente arriva a dimenticare quasi totalmente ciò che vuole, concentrandosi solamente sugli impegni e su quello che “si deve fare” raggiunto un determinato periodo della vita. Altri, invece, trasformano in dovere ciò che inizialmente era un desiderio, ripetendosi “lo devo fare!” e non più “voglio farlo”. Mi sembra, a volte, che ci si dimentichi dei sogni, degli obiettivi reali e soprattutto di ascoltare i propri bisogni. Questo potrebbe essere una fonte di stress e potrebbe generare ansia, disagio, malcontento e la sensazione di sentirsi ingabbiati, senza vie di fuga.Da dove viene questo senso di dovere eccessivo?
Per descrivere questo concetto riprendo un testo scritto da J. S. Simkin:
“[…] Il Tiranno è formato da tutti i doveri introiettati, ingoiati, che possono corrispondere o meno a come ti piacerebbe essere ora. In definitiva, il significato del tiranno è che hai ingoiato per intero, introiettato qualcosa che con tutta probabilità non ti serviva in quel momento, ma che genitori, professori o altri ti hanno costretto ad ingoiare. Abbraccia idee in blocco, atteggiamenti, modi. […]” –J. S. Simkin-
Analizzare i doveri, per esempio “devo andare a trovare X”, ed esaminare la domanda: “voglio effettivamente andare a trovare X?” significa capire se fare questa azione mi va effettivamente bene o no. A quel punto posso scoprire che andare a trovare X è una azione che faccio volentieri nel qui ed ora.
Appena tolgo un’azione dal piano “dovere” e la metto sul piano “volere” posso fare le mie scelte senza sentirmi in colpa o sprecare tanto tempo pensando ai “doveri”. “Non so se lo voglio?” Facciamo un esperimento per scoprirlo, proviamo, e solamente dopo decideremo cosa è meglio.
È naturale che tutti noi abbiamo degli impegni a cui non possiamo rinunciare e che possono non piacerci, ma è bene capire con quale stato d’animo li facciamo e vedere se cambiare totalmente direzione, cambiare qualcosa o continuare per quella via.
Nel mondo c’è spazio per tutti, quindi perché scegliere una direzione che non è nostra, che non ci appartiene veramente? Andando in automatico, svolgendo le azioni solamente perché si “devono fare”, senza sapere il perché le stiamo facendo e se ci fanno piacere o meno, non si farà altro che nutrire il nostro tiranno, che ci chiederà sempre di più.
Come si dovrebbe affrontare il tiranno che c’è in noi, dal momento in cui capiamo che esiste?
- Analizza momento per momento tutti i “devo” nel qui e ora, nel mentre affiorano. Inizialmente bisognerà stare attenti, poiché il nostro tiranno potrebbe essere talmente scaltro da raccontarci un sacco di bugie pur di farci fare ciò che vuole lui.
- Chiederci “da dove vengono tutti questi doveri” e “chi ce li ha fatti conoscere” ci darà una consapevolezza maggiore e quindi un’opportunità di scelta.
- Ascolta il corpo e i segnali che questo ci manda. Il corpo sa cosa vuole, siamo noi che spesso non ascoltiamo le sensazioni e tendiamo a razionalizzare tutto. Imparare ad ascoltare i campanelli d’allarme senza sopprimerli ci aiuterà a scegliere la direzione da prendere.
- Rivolgiti ad uno psicoterapeuta. Questa figura saprà indirizzarti nella direzione dei tuoi reali bisogni.
Io mi sento in colpa anche se non pulisco casa, per una forma di rispetto nei confronti della casa !!!